Lenti a contatto morbide

Le lenti corneali rigide cominciavano ad avere un certo favore presso il pubblico, ma ancora molti ametropi non riuscivano ad adattarsi all'uso di queste lenti. I problemi maggiori erano dati dalle reazioni fisiologiche degli occhi, particolarmente dovute a carenza di ossigenazione della cornea. Si cercarono quindi dei materiali che potessero avere un impatto pi๠dolce e una maggiore permeabilità  all'ossigeno.

Con l'introduzione del l'idrossiletimetacrilato si ebbe il vantaggio di apportare pi๠ossigeno alla cornea , mentre le sue caratteristiche di morbidezza permettendo un contatto pi๠gradevole delle lenti sugli occhi. Fin dai primi tempi di applicazione le lenti presentano per il portatore una buona sopportabilità  e conferiscono un aspetto gradevole agli occhi; inoltre esse permettono un uso occasionale senza necessità  di assuefazione. Per le dimensioni e l'aderenza difficilmente i corpi estranei si insinuano sotto le lenti disturbandone l'uso, ed inoltre è difficile che esse fuoriescano dagli occhi o si spostino dalla cornea.

Le prime lenti a contatto idrofile vennero prodotte in Cecoslovacchia con il sistema della centrifuga o spin casting : il materiale HEMA, allo stato di monomero , viene iniettato in stampi concavi ruotanti o conii in opportune condizioni di reazioni ,la polimerizzazione si compie direttamente negli stampi durante la rotazione.il raggio di curvatura del conio determina il valore della curva frontale , mentre la quantità  di materiale usato e la velocità  di rotazione del conio determinano il potere della lente e la sua superficie interna. I vantaggi di tale costruzione sono dati dalla possibilità  di produrre in questo modo , un materiale omogeneo con ottime caratteristiche ottiche, spessori centrali molto ridotti , bordi sottili e confortevoli e molta flessibilità .

A volte però le curve interne presentano una forma parabolica che a volte può interferire nella visione. Pertanto con questo tipo di lenti è possibile una applicazione soddisfacente solo in un numero limitati di casi. Questo limite portò ad un ulteriore metodo di costruzione oggi molto impiegato; la lavorazione a tornio . Il sistema a tornio permette di ottenere: le curve base desiderate, i poteri voluti e creati sulla superficie esterna della lente e i diametri necessari. Nel campo delle lenti tornite vengono costruiti due tipi di lenti: lenti bicurve di diametro 14\14,5mm con appoggio sclerale e lenti di diametro minore 13\13,5 mm con appoggio perilimbare. Un'altro metodo che viene impiegato per la costruzione delle lenti morbide è il metodo a stampaggio per iniezione o cast molding.

La polimerizzazione avviene direttamente negli stampi, la superficie interna è fissa mentre quella esterna varia determinando il potere. Questo tipo di costruzione riproduce i vantaggi costruttivi del metodo di centrifugazione migliorando la percezione visiva, dato che è possibile controllare l'effetto parabolico della curvatura centrale della lente.

La limitazione è il numero di stampi necessario. Anche per le lenti morbide lo studio della conformazione corneale ha prodotto nuove ricerche sulle possibili geometrie delle lenti tornite, si sono così studiate nuove costruzioni con disimpegni a raggio variabile controllato al fine di ottenere un appoggio sulla cornea pi๠conforme al suo profilo. La costruzione dei torni computerizzati a ricalco ha permesso la realizzazione di queste nuove geometrie.

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